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Portale - Age d'Or
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Il tempo per essere Re non è sugli orologi

non corre via come una scia. 

Piuttosto è come sfera: muove, nuova madre-alcova di prove, in ogni direzione.

Spiega ali, spiega storie, spiegati.

Ti sei imposto che 'sto posto vada bene: qui tutto è al suo posto.

Tu, mistico, m'istighi all'ira. 

Trucchi i drammi come se viziando me, crisalide-libellula di libri a scatto.

Sfodero lamentele: chi ha il pane ha pure i denti.

Non c'è torto dopo morto viviamo.

Amo il mio ovvio, sai che ci trovo? Tutto da fare e nessuna ovvietà.

Barcolla uomo nel mare a te nuovo, io ti perdono perché sei la tua età.

 

PortAle. Porta.

 

Lo spazio per essere me, non posso farne a meno,

serve, schiavo mio, a fare di me messaggio-messaggero.

Sole, iride, orbita mia è l’occhio del pianeta.

Salgo dentro, che poi è fuori, salgo “in”.

In un certo senso tu non sei mai sceso, ma tutto è dipeso da come pesi tu.

Ora ti è chiaro, un astro come faro, nel cosmo che lasci che Sole sarai tu.

 

PortAle.

 

Celo, come esca, l'“amo” ch'è in me.

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