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alessandro crippa
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Versione per

BEAUTINDEPENDENT

C’è la musica da intrattenimento e c’è una musica privata. Intima, personale, unica come siamo unici noi. Senza nulla togliere alla prima, è l’ascolto della seconda la via più immediata e istintiva al benessere. È quanto emerge dalla chiacchierata con il musicoterapeuta Alessandro Crippa

«Ogni cosa, ogni aspetto del nostro essere emette una vibrazione», spiega l’esperto. «Cuore, aria, ossa, acqua, metalli, vene, pensieri… In senso allargato, possiamo dire che tutto è musica». Mettere in relazione l’armonia della mente e quella fisica equivale a trovare la chiave del benessere. «Dove per benessere intendo uno stato felice di salute, forze fisiche e morali». 

Parte da qui l’attività di Alessandro Crippa, compositore e “guaritore” delle sette note. «Il rapporto tra benessere e musica è imprescindibile e ignorarlo o sottovalutarlo causa disarmonie», tiene a sottolineare. «Una visione olistica oggi sempre più diffusa, fortunatamente, in cui l’uso del suono si inserisce alla perfezione». 

Dal punto di vista pratico, la musica ha più di un impiego. «Per agevolare il nostro benessere, il primo accorgimento consiste nell’ascoltare la melodia adatta a noi in quel particolare momento, assecondando il nostro umore. Non è una novità: emozioni e musica sono gemelle. Le prime influenzano la scelta della seconda e viceversa».
Sembra banale, ma non lo è affatto: «esistono veri e propri percorsi di musicoterapia che utilizzano le sette note per riarmonizzare la persona, cioè per aiutarla a focalizzarsi nuovamente su se stessa, riappropriandosi del proprio spazio e del proprio tempo». A ulteriore riprova di quanto l’ascolto possa influenzare la nostra quotidianità, Crippa ricorda che «lavorare con la melodia è un esercizio complesso, che andrebbe portato avanti quotidianamente e supportato dal desiderio di cambiare gli aspetti della propria vita che non appagano. Un cambio di paradigma, insomma, che coinvolga la propria concezione di salute, energia, cibo, informazione, relazioni umane. Analogamente, mi occupo di ri-armonizzare i Chakra: una pratica utile quando ci si sente fuori asse, in dissonanza con il proprio ambiente. Anche in questo caso si tratta di un processo che richiede perseveranza e coerenza nelle azioni».

«L’uso della voce e di uno o più strumenti musicali può aiutare. «La nostra voce nasce dall’interno e possiamo quindi “caricarla” intenzionalmente per veicolare un messaggio, uno stato d’animo, una volontà». Stessa cosa uno strumento musicale: «chitarra, tamburo, pianoforte… Ognuno di essi è la “condensazione” nel mondo esterno di ciò che abbiamo dentro di noi. Mi spiego meglio: l’arpa non è che un contenitore che risuona stimolata dalle corde. Parallelismo perfetto del nostro sistema nervoso centrale, dove l’encefalo funge da cassa di risonanza se stimolato dai nervi del midollo. E ancora: il pianoforte è un’arpa molto grande che viene suonata percuotendone i tasti, detti martelletti, che sono l’oggettivazione musicale delle nostre dita, con tanto di falange, falangina e falangetta.

Un aiuto in più a quanti vogliono (ri)trovare il proprio ritmo, viene dalla tecnologia. «In particolare da Euracom, con la quale ho collaborato alla realizzazione della chaise-longue Eusonica. Si tratta di una una poltrona che riproduce contemporaneamente musica in cuffia e vibrazioni dal lettino. In pratica agisce a due livelli: a livello fisico, emette vibrazioni in grado di armonizzare atomi, molecole, cellule, organi interni; a livello cerebrale, induce una risposta di volta in volta euforizzante o rilassante, rigenerante o distensiva». Il programma Feel Happy, per esempio, parte dalla nota sol, idealmente associata al Sole e ne sfrutta le vibrazioni che esprimono calore, felicità e gioia di vivere. Gli intervalli musicali proposti, quindi, “suggeriscono” al sistema mente-corpo di vivere gioiosamente e consentire alle nostre cellule di fare ginnastica… saltando di gioia sul posto.

Versione integrale

- Il rapporto tra benessere e musica. Come "usare" il suono a nostro favore?

Finalmente comincia ad affermarsi l’idea, assieme antica e moderna, che tutto vibra. Ogni “cosa della vita” (cuore, aria, ossa, acqua, metalli, vene, pensieri, etc.) ha la sua specifica frequenza di vibrazione e in senso allargato possiamo quindi dire che tutto è musica. Consideriamo allora anche che il significato primo e ultimo di “benessere” è “uno stato felice di salute, di forze fisiche e morali”, ossia che il “benessere” (nessun nodo, rilascio, tensione, etc.) è tale solo se riguarda assieme la nostra psiche e il nostro corpo. Quindi è prima di tutto armonia tra le frequenze della nostra psiche e quelle della nostra fisicità. In questo modo appare evidente che il rapporto tra benessere e musica è imprescindibile e che ignorarlo o sottovalutarlo causa disarmonie. In questa visione olistica (sistemica) possiamo usare il suono… e farci usare da da lui. Per farci usare dal suono è sufficiente rispettare ed asservire le naturali frequenze psicofisiche, le nostre frequenze interne, per poi armonizzarle con l’ambiente esterno. Come dicevo poco fa, una visione olistica sta imponendosi sul vecchio monismo che vedeva tutto separato e misurabile ed ora anche ciò che è intimo è in stretta relazione con ciò che è il mondo esterno. Un esempio di affermazione del pensiero olistico che mi riguarda personalmente è dato da Euracom, una delle aziende-simbolo di questo cambiamento, per la quale ho realizzato le musiche di Eusonica. Eusonica è una chaise-longue che riproduce contemporaneamente musica in cuffia (psiche) e vibrazioni dal lettino (corpo). Eusonica permette così un’azione psicofisica (“benessere”), percorsi emotivi intenzionali, ginnastica cellulare e il risveglio di neurotrasmettitori. La perfetta alchimia tra conoscenza vibrazionale antica e conoscenza tecnologica moderna.

 

- Esiste un tipo di musica che ci corrisponde maggiormente a seconda dello stato d'animo e dell'eta'?

Ogni stato emotivo (emozione = muovere) corrisponde assolutamente ad un movimento musicale. E viceversa: che la musica susciti o rievochi emozioni non è segreto per nessuno. Le emozioni e la musica sono sorelle gemelle.

Inoltre, come ogni stagione dell’anno ha la sua musica, così ogni stagione della vita ha le sue melodie.

Un giovane è tendenzialmente più incline all’ascolto di musiche diverse rispetto a quelle che lo hanno preceduto, musiche “ribelli”, se vogliamo. Perché è nella natura della sua età la ribellione verso lo “status quo” (ciò che c’è solo perché c’era già prima), in favore di un rinnovato “ordine naturale delle cose”. Un anziano è tendenzialmente più propenso all’ascolto di musiche che abbiano ancora contatti col passato nonostante i cambiamenti dei giovani. Perché è nella natura della sua età comprendere che le ribellioni sono parte di ogni “ordine naturale delle cose” e che l’importante è mantenere vivo il rapporto con la natura olistica della vita.

 

- Suono e benessere e' solo questione di ritmo o incidono anche le voci e gli strumenti?

Il ritmo è parte essenziale di ogni “ordine naturale delle cose”. Qualche esempio: nel corpo abbiamo il tempo “pari” (binario) della respirazione (ispirazione, espirazione) e il tempo “dispari” del cuore (sistole, diastole atriale, diastole ventricolare); gli attori hanno tempi scenici (drammatici, comici, teatrali, televisivi, etc.); i pittori dirigono un’orchestra di colori col loro pennello del tutto simile nei movimenti e nella fattura alla bacchetta di un direttore di orchestra; mia madre era una sarta e non interrompeva mai un lavoro prima di finirlo per “non perdere il ritmo”; la camminata media di un essere umano si aggira attorno ai 120 BPM (battiti per minuto); etc.

Guardando attentamente la voce, d’altro canto, ci accorgiamo che essa è sia espressione del nostro benessere psicofisico, sia un indicatore della sua qualità. Ma l’aspetto più profondo della voce è che proviene dal nostro interno ed è quindi possibile “caricarla” intenzionalmente e usarla per veicolare e spargere nella nostra psicofisicità tutta la nostra intenzione e volontà di benessere.

Gli strumenti musicali sono la “condensazione” nel mondo esterno di ciò che abbiamo nel nostro mondo interno. Anche qui occorrono piccoli esempi: l’arpa (una ciotola che risuona stimolata dalle corde) è la condensazione del sistema nervoso centrale (encefalo stimolato dai nervi del midollo); la cetra, che è un’arpa doppia specularmente, deve la sua nascita all’avvento del “pensiero speculativo”, ossia quando l’essere umano ha cominciato a pensare e a pensare al fatto che stava pensando; il pianoforte è un’arpa molto grande che viene suonata percuotendone (è uno strumento a percussione) i tasti, detti “martelletti”, che sono l’oggettivazione musicale delle nostre dita, con tanto di falange, falangina e falangetta; lo sterno è un flauto con sette buchi; esiste il flauto tibia (come l’osso); etc. Ai più attenti non sarà sfuggito che ogni strumento musicale è simile a ciò che abbiamo dentro, ma “condensato” al contrario. Questo semplicemente perché la realtà esterna è specchio della realtà interna, e quindi ribalta l’immagine. Detto questo, l’utilità degli strumenti musicali risiede nel loro nome: sono strumenti, quindi attrezzi da utilizzare, ad esempio per armonizzare il nostro interno con l’esterno. A questo scopo ho ideato il workshop “Armonizzazione musicale dei Charka”, durante il quale utilizzo gli strumenti musicali e la voce per ristabilire gli equilibri perduti.

In sintesi, dobbiamo riappropriarci della nostra musica, così intesa, fino ad ascoltarla nel quotidiano. Almeno tanto quanto ascoltiamo ora la musica da intrattenimento, cioè la musica che ci trattiene attenti ad altro e ci distrae da noi stessi.

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