"Perché dobbiamo svilupparci? Se la crescita economica aumenta dal 5 al 10% la felicità forse raddoppia? Che c’è di male in un tasso di crescita dello 0%? Non è questo un tipo di economia piuttosto stabile? C’è niente di meglio che vivere semplicemente e prendersela con calma?”
“Più la gente fa, più la società si sviluppa, più aumentano i problemi. La crescente devastazione della natura, l’esaurimento delle risorse, l’ansia dello spirito umano, tutte queste cose sono state provocate e diffuse dal tentativo dell’umanità di realizzare qualcosa. In origine non c’era nessuna ragione per progredire e non c’era nulla che dovesse essere fatto. Siamo arrivati al punto in cui non abbiamo altra via che portare avanti un movimento che non porti avanti niente."
In quegli anni mi stavo dirigendo per la via più breve verso un metodo agricolo del non-fare. La maniera normale di sviluppare un nuovo metodo è domandarsi: "E se si provasse questo?" o " E se si provasse quest'altro?", introducendo diverse tecniche una sull'altra. Questa è agricoltura moderna e si risolve solo nel rendere più occupato il coltivatore. Io facevo il contrario. Cercavo un modo simpatico, naturale di coltivare che si risolvesse nel rendere il lavoro più facile invece che più duro. " E se si provasse a non fare questo? E se si provasse a non fare quest'altro?: era questa la mia maniera di pensare. Alla fine arrivai alla conclusione che non c'era alcun bisogno di arare, alcun bisogno di dare i fertilizzanti, alcun bisogno di fare il composto, alcun bisogno di usare insetticidi. A ben guardare sono poche le pratiche agricole veramente necessarie.L'esagerazione dei desideri è la causa fondamentale che ha portato il mondo all'attuale situazione. Presto, invece che piano; più, invece che meno: questo "sviluppo" tutto apparente è legato in modo molto diretto all'incombente collasso della società. In pratica è servito soltanto a separare l'uomo dalla natura. L'umanità deve smettere di lasciarsi andare al desiderio di possessi e guadagni materiali e muoversi invece verso una consapevolezza spirituale."
Fukuoka.