"Il tipico operazionalista, irriduzionista, il quantificatore e lo statistico di oggi guradano con commiserazione e disprezzo quegli studiosi all'antica che sostengono di poter acquisire delle conoscenze nuove ed essenziali sulla natura atraverso l'osservazione e la descrizione del comportamento animale e umano, facendo a meno della sperimentazione e addirittura dei numeri. uno studio dei sistemi viventi altamente integrati viene riconosciuto come "scientifico" soltanto se le proprietà dei sistemi collegati in strutture vengono ad arte presentate in forma semplice, apparentemente "esatta" - adoperando quelli che Donald Griffin definisce "simplicity filters" - in modo da suscitare un'illusoria impressione di somiglianza con la fisica; oppure se la consisitenza numerica dei dati permette una loro elaborazione statistica tale da far dimenticare che le "particelle elementari" in questione sono uomini e non neutroni; in poche parole, sono considerati scientifici quegli studiosi che non tengono in alcuna considerazione tuti quei fattori che conferiscono particolare interesse ai sistemi organici altamente integrati, incluso quello dell'uomo. Ciò vale soprattutto per le esperienze soggettive, che vengono rimosse, in senso freudiano, come se si trattasse di qualcosa di molto sconveniente. Chi sceglie come oggetto di studio la propria esperienza soggetiva viene tacciato di soggetivismo e quindi considerato col massimo dispregio, soprattutto se osa servirsi dell'isomorfismo fra i processi psicologici e queli fisiologici come chiave per interpretare questi ultimi. I fautori della dottrina pseudo-democratica si sono dichiarati apertamente in favore della "psicologia senza anima", dimenticando completamente che anch'essi, nelle loro ricerche "assolutamente obiettive" riescono a conoscere l'oggetto della loro indagine soltanto attraverso la propria esperienza soggettiva. Di conseguenza chi osa sostenere che anche la scienza dello spirito umano può essere impostata come una scienza naturale, viene considerato semplicemente un pazzo."
(da "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" di K. Lorenz)