L'anima mia mi sussurrò, insistente ed inquietante:
"Parole, parole, non fare troppe parole. Taci e ascolta: hai riconosciuto la tua pazzia e la ammetti? Hai notato che le tue fondamenta sono affondate completamente nella pazzia? Non vorresti riconoscere la tua pazzia e darle un amichevole benvenuto? Non volevi accettare ogni cosa? Accetta dunque anche la pazzia. Lascia risplendere la luce della tua pazzia e di fronte a te si aprirà una grande luce. La pazzia non è da disprezzare, né da temere, ma devi infonderle vita."
IO: "Dure suonano le tue parole e difficile è il compito che mi dai".
ANIMA: "Se vuoi trovare delle vie, non disdegnare la pazzia, perchè costituisce una parte tanto grande della natura".
IO: "Non sapevo che fosse così".
ANIMA: "Sii lieto di poterlo riconoscere, così eviti di diventarne vittima. La pazzia è una forma particolare dello spirito e aderisce a tutte le dottrine e filosofie, ma ancor più alla vita di ogni giorno, poichè la vita stessa è colma di follia ed è sostanzialmente irragionevole. L'uomo aspira alla ragione solo per potersi creare delle regole per lui stesso. La vita non ha regole. Questo è il suo segreto, questa è la sua legge sconosciuta. Quello che tu chiami conoscenza è un tentativo di imporre alla vita qualcosa di comprensibile".
IO: "Tutto questo suona molto sconfortante, ma desta il mio spirito di contraddizione".
ANIMA: "Non hai nulla da contraddire, tu sei in manicomio".
(da "Il libro rosso" di C. G. Jung)