Il mio modo di intendere e vivere la musica, il rock e l'aspetto live, è antico come l'arte stessa perché mai come oggi,  nella storia dell'uomo, è occorso adoperare gli artisti come ai tempi delle tragedie greche.

L'arte nasce come descrizione del mondo e consente di mettere nelle  opere anche una critica severa alle strutture politiche e psichiche vigenti e, durante gli “eventi”, proporne le alternative, discutendone.

L'evento come l'agorà greca: luogo di scambi umani e cambiamenti sociali.

Come nelle tragedie greche, l'artista espone la sua visione del mondo e ne discute i contenuti, mai dogmatici, per proporre le sue alternative.

Gli artisti sono l'essenzale parte dell'umanità che deve, grazie alla sua sensibilità, “sentire” i cambiamenti necessari, quindi lamentarsi e far parte del cambiamento.

Tutto ciò può e deve avvenire, ora come allora, discutendo il contenuto originale dell'opera dopo l'esecuzione.

Cambia la forma, ma la sostanza è la stessa.

Questo è, per me, il primo e l'ultimo compito dell''arte: cme fa un bambino, rompere le palle ai genitori (identificabili oggi come allora nelle “civiltà”) fino a che non ti danno quello che è giusto per te.

Almeno come inizio.

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